Cara Violamelanzana ti scrivo....
“Non mi fido dei cammelli, come di chiunque possa stare un’ intera settimana senza bere”
Joe E. Brown
Si direbbero coincidenze. Ero qui che stavo per scriverti di un vino saggiato ieri che mi aveva particolarmente colpito, quando tra il marasma di queste carte è spuntata fuori una frase di Hemingway: ““Essere uomo è un mestiere difficile. E soltanto in pochi ce la fanno”.
Dirai: “quindi?”.
Mi ha ricordato di una vecchia frase del mio Ernest che mi è sempre piaciuta: “Sincero lo si dice di un uomo o di un vino intendendo più o meno la stessa cosa”.
Allora, Ernest era un gran bevitore, credo gli abbiano intitolato anche un bar da lui molto frequentato di uno dei grandi hotel di Parigi; amava le donne, mi pare si sia sposato quattro volte, ed era un buon giocatore di cavalli. Insomma, uno che sapeva come impiegare il tempo. Ah, sì, si è pure sparato. Beh nessuno è perfetto. Alla fine, credo fosse abbastanza matto da esser saggio. I veri matti sono le persone più sagge che abbia mai conosciuto. E poi io di un bevitore mi fido.
Ma veniamo alla coincidenza. Ho sempre trattato il vino come un essere vivente. Perché lo è. Ed al pari di un uomo cerco ogni volta di ascoltarlo, e anche di parlargli talvolta. Sapessi quante ne ho dette ad alcuni vini. Ieri ho bevuto questa bottiglia di Grecomusc’ 2004 delle Cantine Lonardo. Il vitigno è peculiare, pare appartenga sì alla famiglia dei Greco, ma che si differenzi in quanto manchevole (sembrerebbe) di acidità, tanto da avere l’appellativo di “moscio”. Bah…questo vino tutto era tranne che moscio. L’acidità era vibrante e nerboruta, citrina, agrumata la sensazione che avvertivi già al naso, tanto da immaginare, nonostante l’alcool viaggi sui 13 gradi, di berlo rifrescandoti su una terrazza che guarda al mare in un assolato mezzogiorno agostano. Note aromatiche d’erbe e balsamiche di menta completavano il dipinto. Credo, se non ricordo male, che il vino faccia un veloce passaggio in legno, tonneaux, e che svolga le fermentazione malolattica solo in parte.
La coincidenza? Cos’è che in un vino o in un uomo, quando raramente se ne incontrano di tali che si possano definire con assoluta certezza “vino” e “uomo”, si deve cercare?
Cosa dovrebbero necessariamente avere?
“L’enoico amletico”
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Il carattere ? :-D
..la sincerità!Un vino sincero non ti tradisce, non ti regala un sonoro mal di testa, ti fa star bene; un uomo sincero si prende cura di te, è leale, ti sorregge...in poche parole...c'è, sempre!
Forse è questo che li accomuna?
Claudia
Posso rispondere anche io?...Mi piacciono i vini impetuosi, quelli che fanno capire subito che ci si trova di fronte ad un cavallo di razza,ma allo stesso tempo non ruffiani. Il vino mi piace e mi da emozione se riesce ad intrigarmi, amo i vini complicati, difficili e magari da interpretare. Quello che poi in un vino mi manda in solluccheri è la capacità di evolversi e di aprirsi ad altre sfumature,cambiare, crescere e migliorarsi col tempo, magari anche stravolgendo le sfumature iniziali...Immagino, anzi ne sono convinta, che sono le stesse cose che apprezzerei in un uomo...
per me la generosita'..
Non ce nulla di piu' buono di un vino generoso e di un uomo degno di essere considerato tale!
Un bacione
sciopina
c'e'..pardon..
ecco sì.. credo sia la capacità di migliorarsi nel tempo... un bacio
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