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Viola Melanzana

un modo spiritoso per parlare delle mie passioni,dei miei esperimenti, dei miei pasticci..un modo spiritoso per trasmettere quello che so, quello che osservo, quello che continuo ad imparare ogni giorno.
 

Il mio modo di "bere" il vino: dall'Irpinia al Cilento

etichetta Taurasi Contrade di Taurasinaima

Queste due etichette, è vero, non si trovano vicine per caso. La loro vicinanza però non è frutto di alcuna comparazione tecnica e sensoriale.
La scelta di accomunare due etichette di vini così distinti è dettata, invece, da un altro e ben preciso motivo: la netta, evidente e marcata capacità di due diversi vini di esprimere il proprio territorio, il proprio stile e il proprio carattere.
Il caso ha voluto che nei miei ultimi due giorni, e qui solo c'entra la casualità dell'evento, uno di seguito all'altro poi, mi sia trovata a vivere due esperienze molto interessanti e sotto diversi punti di vista emozionanti.
Martedì sera a Napoli, al Moses in via Coroglio, per una verticale di Taurasi e mercoledì pomeriggio a Prignano Cilento dai Viticoltori De Conciliis.
Due realtà che già conoscevo ma vissute adesso in due percorsi che hanno suggellato definitamente il mio amore per il vino.
L'appuntamento di Napoli, in un suggestivo food&drinks di recente apertura, mi ha coinvolta tra giornalisti, sommelier professionisti , enologi e i simpatici amici del maiale ubriaco nella degustazione di sette annate di Taurasi delle Cantine Lonardo, Contrade di Taurasi.
L'esperienza esilarante e istruttiva allo stesso tempo mi ha permesso di osservare contemporaneamente l'espressione di un vino che nei suoi diversi passaggi evolutivi si è rivelato a gran voce un Taurasi perfetto: di carattere, pieno, complicato, ma oggettivamente piacevole e la possibilità di bere in un'unica serata, a confronto con persone professionalmente preparate, con le quali è un onore e un immenso piacere poter condividere esperienze del genere, sette espressioni dello stesso vino, in un "gioco" alla cieca che stimola sensorialmente le personali capacità di giudizio e di approccio al vino.
I vini di Sandro Lonardo hanno confermato in questa verticale quello che avevo percepito nei miei precedenti assaggi. I suoi vini sono capaci di esprimere un territorio e la sua anima, regalando dai primissimi sorsi la percezione della loro personalità ben definita.
Fabio Cimmino, una delle penne del vino che più apprezzo, ha descritto perfettamente la serata qui, e per chi ha voglia di avere un punto di vista più tecnico e allo stesso tempo appassionato della degustazione invito ad andare a leggere. I ragazzi del maiale ubriaco, che finalmente ho potuto conoscere, con il piglio che li contraddistingue hanno, invece, regalato un'altra veste dell' "appuntamento al buio"alla quale mi associo soprattutto dal lato emotivo.
Mercoledì pomeriggio invece ho superato il confine che separa la Piana del Sele dal Cilento, una terra che adoro, che mi affascina ogni volta che la percorro e che ogni volta mi riprometto di esplorare meglio, per andare a Prignano Cilento.
Una passeggiata dai ritmi rilassati come solo il Cilento impone tra un mare azzurrissimo e colline selvagge, per fare una visita ai Viticoltori De Conciliis produttori di vini che stimo.
Ovviamente De Conciliis non è solo Naima, ma ho scelto questa etichetta tra le altre per il viaggio virtuale in cui questo vino ogni volta mi conduce.
Tutti i vini De Conciliis esprimono l'anima di una terra sofferta, aspra e dolce allo stesso tempo, tutti i vini rispettano lo stile e le scelte di un'azienda che ha deciso di non scendere mai a compromessi, tutti i vini hanno un diverso e definito carattere, e mercoledì, più che mai, ho avuto anche un'ulteriore conferma: dietro un ottimo vino c'è una squadra, ognuno gioca il suo ruolo, e la partita si vince solo se ogni giocatore fa bene la sua mossa.
Del Naima ho parlato stavolta con Giovanni Canu, uno dei giocatori di casa De Conciliis, quello che gli altri definiscono la mamma dei vini, e che io definisco l'anima sensibile del poeta schivo.
Quando mi parla di questo cavallo di razza il suo sguardo si abbassa, la sua voce tradisce emozione. "Il Naima è tutto questo", mi dice, "guardati intorno, è questo".
L'interpretazione dichiarata del suo territorio, il "Naima nasce qui, perchè solo qui poteva nascere, non c'è bisogno di un'analisi sensoriale per capire se è, lui si manifesta e basta".
E se non si manifesta allora non si fa. Niente forzature, nessun compromesso, nè per questo nè per gli altri.
Sandro Lonardo, ritornando al Taurasi, durante la verticale dei suoi vini, timidamente stava seduto tra giornalisti e sommelier, e a differenza del suo enologo Maurizio De Simone, preparatissimo, ma anche abile comunicatore, Sandro rivolgeva i suoi occhi talvolta nervosi, ma sorridenti di qua e di là. Quasi un pesce fuor d'acqua in un contesto fatto di persone che parlano di vino ma che il vino non lo fanno, che lo amano, ma che non si sporcano le mani di terra, dove lui e il suo Taurasi invece erano al centro dell'attenzione.
Un uomo che il vino lo fa perchè gli piace, perchè ama il suo territorio, ma che soprattutto lo rispetta, e per questo disposto a rinunciare a qualche partita, ma mai a tradire la sua terra.

I viticoltori De Conciliis, invece, sono l'anima Mediterranea della stessa regione, il loro stile passa direttamente nel loro vino attraverso gli aspetti più estremi della loro terra, il Cilento, la costa "triste" della Campania, la costa selvaggia e ancora in parte inesplorata, con la sua storia, le sue sofferenze e le sue contraddizioni. Anche loro disposti a rinunciare a qualche partita per non perdere quella che giocano tutti i giorni con la loro terra.

Due territori diversi, uno l'Irpinia prettamente collinare, di terreno calcareo di origine vulcanica, l'altro a livello del mare, spugnoso, a strati con picchi di maturazione dell'uva piuttosto rischiosi.
Due realtà differenti di una stessa regione, vini diversi, ma che hanno bisogno dello stesso rispetto.
Con questo post non ho voluto fare un paragone fra le due realtà vitivinicole, nè fra le due etichette di vini. Non mi piace paragonare. Ho voluto solo condividere con chi mi legge il mio modo di "bere". Attraverso un viaggio che mi è capitato accidentalmente di fare in questi ultimi due giorni ho voluto far assaggiare due lati della mia regione, la Campania, che seppure diversi simili per tanti aspetti.
Il messaggio che ho voglia di comunicare è che davanti ad un calice di vino mezzo pieno non ce n'è mai uno mezzo vuoto, c'è altro.
Dietro un vino c'è una storia, ci sono mani, ci sono menti e c'è soprattutto una terra.
Se un sorso di vino nel bicchiere riesce a regalare un sorso della sua storia, della sua terra e delle mani che ci stanno dietro, allora quel sorso riesce a regalare davvero qualcosa...

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At 9:33 AM, Anonymous Anonimo said...

Magari accompagnato dal sottofondo di "Naima" di John Coltrane! Valeria    



At 10:50 AM, Blogger violacea said...

e beh, certo...
ciao Valeria ;)    



At 4:42 PM, Blogger flat eric said...

fai un fischio la prossima volta che veniamo in banda!    



At 5:54 PM, Blogger violacea said...

se volete si organizza volentieri un tour per cantine! basta prenotarsi da viola melanzana, posti a dormire ne ho fino a 9. Lo facciamo allora un pulmanino???    



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