Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i",
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare
gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare..
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Marta Medeiros
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on mercoledì, luglio 16, 2008 at 18:38.
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Com'è così poetica e pensierosa ?
:-D
pensierosa lo sono quasi 24 ore su 24, poetica molto meno! ho ritrovato recentemente questa poesia di Neruda, una delle poche poesie (non amo le poesie, ma Neruda sì)che mi piace molto, le cui parole ritengo "sacrosante" e che ho semplicemente desiderato condividere!
bacioni
In effetti è una delle poche poesie che anche a me piacciono.
Grazie del regalino, allora :-D
poesia favolosa anche se a tutti viene in mente mastella che sta a questa poesia come i cavoli a merenda
ahem... mi mette un po' in difficoltà contraddirti (che proprio non vorrei, credimi)però questo testo non è di Neruda. A suo tempo, quando Mastella lo lesse in parlamento, ci fu la smentita ufficiale dell'associazione Pablo Neruda. Basta fare un giro in rete e troverai conferma. Non so bene perchè a suo tempo venne divulgato attribuendogli codesta paternità, forse per facilitare e velocizzare la diffusione, appunto, ma non è di Neruda, adesso finalmente c'è pure un comunicato ufficiale a certificarlo.
piesse
non avertene a male, il mio intento era solo di non far crescere quesa bufala mondiale
Non vorrei sbagliare ma mi sembra che la poesia sia stata scritta da Marta Medeiros. Brasiliana di Porto Alegre nata nel 1961. Scrittice e cronista di Zero Hora. La poesia è stata publicata nel 2000 con il titolo Ode alla vita. Se ho sbagliato scusatemi. Lina
no Lina non hai sbagliato, avevo notato lo strafalcione in cui peraltro cadde pure Mastella e che sta girando in internet da anni. Esiste un comunicato ufficiale da parte della Fondazione Neruda in cui si esclude in maniera categorica l'attribuzione di tale scritto al poeta.
E qua ci sarebbe da fare una piccola riflessione su quanto poco si leggano i libri e di quanta credibilità attribuiamo a informazioni e notizie prese dal web (e non sempre da fonti certe). Avevo evitato di puntualizzare a suo tempo perchè mi pareva scortese, specie prima delle vacanze. Ma tacere oggi forse non mi renderebbe migliore di chi divulga queste bufale, che oltretutto danneggiano il valore delle opere e lasciano nell'oscurità i loro veri autori.
grazie fiordisale per aver segnalato l'errore e grazie Lina per le informazioni. Ho corretto.
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