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Viola Melanzana

un modo spiritoso per parlare delle mie passioni,dei miei esperimenti, dei miei pasticci..un modo spiritoso per trasmettere quello che so, quello che osservo, quello che continuo ad imparare ogni giorno.
 

BUONO PULITO E GIUSTO!


"Abbiamo fame di cambiamento.Perchè allora non darci un progetto? Propongo la costruzione di una rete globale dei nuovi gastronomi che stabilisca un'alleanza tra le diverse comunità del cibo"
Il papà di slow food, Carlo Petrini, ieri era a Pescara e siccome c'ero anche io a Pescara sono andata a vederlo. Era qui per presentare il suo ultimo libro:Buono, Pulito E Giusto.Principi di una nuova gastronomia.
(Immancabile la sua verve con cui ha saputo bacchettare i moderati interventi dei partecipanti al dibattito).
Interessante il monologo del Petrini, ma devo dire che l'attenzione comincia a crescere alla dichiarazione secondo cui, da dati emersi da ricerche scientifiche si prevede l'estinzione della specie Homo Sapiens, non del Caimano, nel giro di tre secoli e uno dei fattori di maggiore responsabilità è la produzione di cibo. (UHM!)
Per cui, suggerisce Carlin,"Il cibo è un piacere, ma è anche un atto agricolo. Selezionando cibi di buona qualità, prodotti con lavorazioni e criteri che rispettino l'ambiente e le tradizioni locali, favoriamo la biodiversità e un'agricoltura sostenibile. Di conseguenza se nutrirsi è un atto agricolo produrre deve essere un atto gastronomico conforme ad almeno tre criteri essenziali: buono, pulito e giusto."
Cita Claude Levi Strauss che a 96 anni suonati ricevendo un premio avrebbe dichiarato che nostro dovere è "salvaguardare l'etnologia dei saperi". Quindi, sostiene sempre Petrini, bisogna mettere a disposizione le risorse che trasmettono questa sapienza riferendosi senza dubbio al patrimonio storico genetico che abbiamo, che a sua detta è un patrimonio di estrema modernità, ma che non è sfruttato.
Racconta parabole, come quella dei peperoni di Costrigliole d'Asti che non esistono più (al loro posto si piantano tulipani mentre nei ristoranti astigiani si mangiano peperoni olandesi), oppure del suo viaggio sulla costa occidentale indiana dove, al posto di ettari di mangrovie adesso ci sono enormi vasche per allevare gamberetti, le vasche sono per metà acqua di mare e per metà acqua di terra(?) e sono i gamberetti che riempiono i nostri supermercati e i cocktail primavera- aurora- in salsa rosa che ci rifilano nei buffet.
Attraverso questi racconti, attraverso i suoi incontri con le culture contadine in Messico, Scandinavia, Africa, India ecc, le sue riflessioni, Carlin illustra in questo libro quanto è ampia la galassia che gravita attorno al cibo.
Io il libro ancora non l'ho letto, sicuramente lo farò, ma come sempre questi discorsi mi fanno riflettere e mi spingono a chiedermi quanto possa essere "utile" al giorno d'oggi una presa di coscienza del problema e quanto con le leggi di mercato, con le dinamiche dell'offerta e della domanda, si possa veramente fare.
Intanto leggo, e mi coltivo i peperoni nel mio orto...

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