Mitica melanzana!
Beh cominciamo col parlare del colore: viola. Magnifico!
Porta sfiga, sì ma chi se ne frega non stiamo mica a teatro.
Il blu-viola è un colore fantastico, oltre che bello e utile alla vista è nemico dei tumori e delle patologie cardiovascolari e amico dei capillari sanguigni oltre ad aiutare a fare la pipì.
Sono le antocianine con grande potere antiossidante a dare questo bel viola brillante ai prodotti del gruppo blu-viola come il radicchio, il ribes, alcune tipologie di fichi, more, prugne, uva e le mie amiche melanzane, e sono sempre loro a dare quel sapore amarognolo che a volte da fastidio ma che invece è ottimo per la salute.
La melanzana che prende il suo nome dall’arabo “bandingian” per incrocio con mela è un frutto tipico della gastronomia italiana, pare che provenga dall’India, dove già 4000 anni fa nasceva spontaneamente. I popoli orientali se ne cibavano conservandola in salamoia arricchita con spezie piccanti. Sconosciuta ai greci e ai romani, la melanzana approdò nel vecchio continente in Sicilia, durante il medioevo ad opera degli arabi e iniziò ad essere coltivata in europa solo a partire dal ‘600. Credenze popolari le hanno attribuito vizi e virtù.
Secondo il medico arabo Ibn Botian, la melanzana generava “melanconici umori” e spingeva alla lussuria smodata (forse è per questo che mi piace tanto!), quattro secoli fa, studiosi e naturalisti accettavano l’antica credenza che faceva derivare il nome di melanzana dal latino malum insanum,cioè frutto insalubre, tanto che nel ricettario ottocentesco di Pellegrino Artusi, le melanzane compaiono col nome, oggi scomparso, di Pentociani.
Durante la seconda guerra mondiale, le sue foglie, venivano essiccate al sole ed usate presso i ceti contadini e pastorali per la confezione di sigari o sigarette in sostituzione dell’introvabile tabacco.
La melanzana appartiene alla famiglia delle Solanacee, è un frutto estivo anche se disponibile tutto l’anno e solo in tempi recenti ha conquistato un posto di primo piano nella nostra cucina, dove trova il suo pieno trionfo abbinata al pomodoro che ne mitiga il gusto amarognolo, ma anche a vari tipi di formaggio.
In Sicilia, poi, secondo me trova il massimo della sua espressione culinaria!
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